Fratture che non guariscono: sintomi, terapie e trattamenti.
La mancata guarigione di una frattura entro 9 mesi viene definita pseudoartrosi. Si tratta di una complicazione rara, ma invalidante che deve essere trattata con terapie mirate e, nei casi più gravi, con interventi chirurgici.
Le fratture ossee non sono tutte uguali. La gravità può dipendere sia dal tipo di frattura, sia dalla zona interessata, soprattutto quando si parla di tempi e processi di guarigione.
Il rischio di pseudoartrosi, ovvero di mancata consolidazione di una frattura nei 9 mesi successivi al trauma, è maggiore nelle ossa dove attiva meno sangue: se l’apporto di ossigeno non è sufficiente il tessuto osseo fatica a rigenerarsi.
“Per esempio, nello scafoide della mano il sangue anziché seguire un percorso dal centro verso la periferia fa un’inversione a U prima di entrare nell’osso, oppure nel caso della tibia il flusso sanguigno è scarso perché circondato da poco tessuto molle.” Spiega il Dottor Alexander Meersseman, medico ortopedico presso Spazio Maugeri Milano. “Le zone più frequenti di pseudoartrosi sono la tibia e lo scafoide. La diagnosi è sia clinica che radiologica.”
Dolore, sottoforma di fitte nella zona interessata, e gonfiore, anche a distanza di tempo dal trauma, sono i sintomi più evidenti della mancata guarigione di una frattura. Nei casi più gravi il paziente può arrivare non muovere più la parte del corpo fratturata.
Quali possono essere le cause di pseudoartrosi?
L’alterazione dei processi spontanei di guarigione riguarda circa il 5% delle fratture e può avere diversi fattori scatenanti. Alcuni di questi possono essere:
- La frattura è esposta e l’osso, fuoriuscendo dalla pelle, ha perso gli elementi che permettono al tessuto osseo di ricrescere;
- Sono presenti malattie pregresse o fattori che ostacolano o alterano il gruppo sanguigno, come diabete, vasculopatia, turbe della coagulazione, fumo, utilizzo di medicinali antinfiammatori o cortisonici;
- È presente un’anemia grave e/o la carenza di vitamina D, indispensabile per la rigenerazione dell’osso
Cosa fare in caso di diagnosi di pseudoartrosi?
“Se la frattura non guarisce entro 9 mesi non ha più alcuna possibilità di guarigione e si parla quindi di pseudoartrosi o, usando un’espressione americana più efficace, di non-union.” spiega Meersseman.
Quando viene diagnosticata la pseudoartrosi richiede l’elaborazione di una terapia mirata in base alla situazione del paziente. Il medico ortopedico dovrà quindi prescrivere tac e radiografia ed eventualmente esami del sangue specifici per individuare eventuali carenze di vitamine o problemi metabolici.
“L’indicazione è per lo più chirurgica, ma in alcuni casi le onde l’urto si sono dimostrate risolutive.” Continua Meersseman. “Nel caso di trattamento chirurgico, questo avviene con l’utilizzo di mezzi di osteosintesi, ma per favorire il consolidamento della frattura le moderne biotecnologie prevedono l’impiego di fattori di crescita di cellule staminali.”
Trattamenti fisici per la pseudoartrosi
Nella cura della pseudoartrosi le terapie fisiche campi elettromagnetici e onde d’urto possono efficacemente contribuire al processo di guarigione.
La terapia fisica con i campi magnetici viene sempre prescritta sia che si tratti di una frattura fresca sia in caso di pseudoartrosi per stimolare la rigenerazione ossea e dei tessuti compromessi tramite impulsi magnetici.
Le onde d’urto, che agiscono invece tramite impulsi sonori, possono invece rappresentare un’alternativa al trattamento chirurgico del paziente con pseudoartrosi nel caso in cui il deficit di sostanza ossea della frattura non consolidata sia minimo. Questo tipo di terapia ha solitamente cadenza bisettimanale e l’efficacia del trattamento deve essere confermata con la radiografia.
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